Nella cultura romana del primo secolo le donne venivano considerate come cittadini di seconda-classe. Le donne venivano largamente discriminate.
L’approccio di Gesù è stato rivoluzionario per il suo tempo. Gesù rifiutò letteralmente lo standard di discriminazione ma invece valorizzò le donne attraverso il suo esempio, insegnamenti e azioni.
Per Gesù le donne hanno un valore intrinseco pari a quello degli uomini. Le donne sono state create a immagine di Dio proprio come gli uomini.
Scanzoni e Hardesty sottolineano che le donne sono viste da Gesù come persone autentiche, non semplicemente come oggetti del desiderio maschile (concezione popolare all’epoca e purtroppo anche in molti ambiti oggi).
Due Importati Valutazioni
Primo, Gesù si rivolgeva regolarmente alle donne in pubblico. Questo era insolito per un uomo in quel tempo (Giovanni 4:27). I discepoli rimasero stupiti nel vedere Gesù parlare con la Samaritana al pozzo (Giovanni 4:7-26).
Gesù mise da parte tutte queste discriminazioni. I suoi più cari amici includevano Maria, Marta e Maria Maddalena. C’erano molte donne che servivano per e con Lui (Susanna, Giovanna ecc.) seguendoLo dalla Galilea al Golgota (Marco 15:41).
Luca, che nel suo Vangelo presta ampia attenzione alle donne, nota che Gesù ha parlato pubblicamente con la vedova di Nain (Luca 7: 12-13), la donna con il disturbo emorragico (Luca 8:48; Matteo 9:22; Marco 5:34), e una donna che lo chiamava da una folla (Luca 11:27-28). Allo stesso modo, Gesù si rivolse a una donna inferma da diciotto anni (Luca 13,12) e ad un gruppo di donne sulla via della croce (Luca 23,27-31).
Un secondo aspetto della considerazione di Gesù per il pieno valore intrinseco delle donne è visto nel modo in cui parlava alle donne a cui si rivolgeva. Ha parlato in modo premuroso e gentile. Ogni scrittore sinottico registra Gesù rivolgendosi teneramente alla donna con il disturbo emorragico come “figlia” e riferendosi alla donna parlatica come “figlia di Abramo” (Luca 13:16). Bloesch ne deduce che “Gesù chiamò le donne ebree “figlie di Abramo” (Luca 13:16), attribuendo loro così uno status spirituale uguale a quello degli uomini”.
La Genealogia di Gesù
Dio avrebbe potuto scegliere qualsiasi persona per la genealogia di Suo figlio. Le donne che sono state selezionate per essere nel lignaggio di Cristo sono state scelte per un motivo. Il DNA di Cristo è condiviso con donne che sono state coraggiose, audaci e hanno spinto i confini culturali.
Erano delle donne ribelli del loro tempo, disposte a fare ciò che credevano giusto, indipendentemente dal costo personale:
Raab ha rischiato la propria vita per salvare le spie israelite.
Rut è andata coraggiosamente contro le aspettative culturali e persino razziali.
Maria era una ragazzina. Non era sposata ma rimase incinta. Inaudito e punibile con la scomunica ed eventualmente l’abbandono. È diventata la madre terrena di Gesù.
La Risurrezione
La dimostrazione più sorprendente di Gesù che onora le donne è avvenuta dopo la risurrezione. Gesù fu duramente picchiato, inchiodato ad una croce. Fu sepolto in una tomba. Il terzo giorno, Gesù tornò in vita, fisicamente, proprio come aveva detto. Le prime persone con cui Gesù parlò dopo la sua risurrezione furono donne.
Questo è riportato da tutti e quattro i vangeli. Questo è notevole. Le donne avevano così poca reputazione in quella cultura. Non avevano autorità religiosa o legale come portavoce.
Gesù ha dato loro il ruolo di essere le primissime a informare gli altri della sua risurrezione. L’evento più importante della storia del mondo è stato raccontato in primis dalle donne.
Conclusione
Comprendo che l’argomento è molto più vasto e complesso. L’intento di questo breve articolo è spronare ad una riflessione.
La società oggi affronta ancora la domanda del trattamento della donna. La chiesa deve influenzare come coscienza della società.
La chiesa deve imitare Gesù, contrastando tutti quelli che discriminano in base al sesso, razza, status sociale ecc.
La chiesa è il luogo dell’unità soprannaturale.
Chiesa, risplendi!
Galati 3:28 Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.
Dio ci benedica,
Antonio Morra