I tatuaggi sono più popolari che mai. Dai dati di un’indagine svolta dall’Istituto superiore di sanità (Iss), e conclusa nel 2015, in Italia ci sono 6,9 milioni di persone tatuate, ovvero il 12,8% della popolazione italiana, percentuale che sale al 13,2% se si considerano anche gli ex-tatuati. (Immagino che le percentuali siano aumentate negli ultimi sette anni).
Intrattenitori, atleti professionisti e celebrità hanno tatuaggi multipli e molto visibili. Con tale preponderanza e crescente interesse, i cristiani giustamente chiedono cosa dice la Bibbia sui tatuaggi.
Tatuarsi è una pratica molto antica. In Israele esiste uno shop gestito dalla famiglia Razzouk risalente al 1300 AD. 28 generazioni di tatuatori.
CHE COSA DICE LA BIBBIA?
La risposta breve è… probabilmente niente. Niente di definitivo. La Bibbia non fa alcun riferimento specifico ai tatuaggi così come li intendiamo oggi. Alcuni cristiani condannano tutti i tatuaggi come immorali perché Dio li proibisce in Levitico 19:28. Poiché la parola tatuaggio compare in questo versetto in alcune traduzioni. Ad esempio, la Nuova Riveduta 2006 recita: “Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore.”.
Altri cristiani dicono che questo passaggio non si applica più a noi perché non siamo più sotto la legge e non siamo ebrei. Se vai online vedrai conclusioni contraddittorie. Entrambi questi approcci, tuttavia, sono fuorvianti.
La parola che troviamo in Levitico si riferisce a simboli incisi, ed è usata solo una volta nell’Antico Testamento. Inoltre, la parola tatuaggio è una parola abbastanza moderna rispetto ai testi biblici. Questo è probabilmente il motivo per cui la King James Version, scritta all’inizio del 1600, è più vicina alla traduzione letterale: “non devi … stampare segni su di te”. La vecchia Diodati scrive “bollare”.
CONTESTO STORICO
Il contesto storico di questa legge era che Israele, dopo essere stato liberato dalla schiavitù, si trovava tra l’Egitto e Canaan.
A Canaan, ci sono chiare evidenze che i Cananei marchiavano a fuoco o laceravano la pelle. L’archeologia, sostenuta da testi biblici, indica che i Cananei erano soliti tagliare i loro corpi per scopi rituali (1 Re 18:28), specialmente per piangere i loro morti e supplicare/onorare i loro dèi. Levitico 19:28 sembra implicare questo. Dio stavo proibendo questa forma di incisioni al Suo popolo.
INTERPRETAZIONE
Se anche quello detto fino a questo punto non fosse vero, è sbagliata ermeneutica (interpretazione biblica) applicare solo questo aspetto del Levitico al cristiano di oggi senza applicarne gli altri. Ad esempio, proprio in questo passo di Levitico 19 vediamo divieti di: tagliare basette o barba (v.27) e indossare indumenti con due diversi tipi di materiali (v.19).
MODIFICARE IL CORPO
Dal momento che la Bibbia non vieta esplicitamente i tatuaggi, ci sono dei limiti? Sappiamo che il nostro corpo non è nostro, ma piuttosto il tempio di Dio (1 Corinzi 6:19-20). La Bibbia ha un’alta considerazione del corpo come opera di Dio, che non deve essere sfigurato. I gentili non avevano questo punto di vista. Oggi, alcuni hanno modificato in modo permanente i loro corpi. Dobbiamo chiederci se modificare i nostri corpi per soddisfare i nostri desideri rovini il disegno originale di Dio per il genere umano.
MOTIVAZIONI
Hai mai riflettuto sulle motivazioni dietro il farsi un tatuaggio. Ti chiedo, perché vorresti fare un tatuaggio? Voglio darti sei punti di riflessione.
Uno. La bibbia ci ricorda che tutto quello che facciamo deve essere per la gloria di Dio (1 Corinzi 10:31). Ciò significa cercare di onorare e attirare l’attenzione su di lui, non su noi stessi. Non sto dicendo che farsi un tatuaggio significa automaticamente accendere i riflettori su se stessi, ma certamente questo è qualcosa su cui riflettere.
Due. I tatuaggi spesso accentuano alcune aree del corpo attirando lo sguardo altrui. È difficile credere che qualcuno con un tatuaggio sulla parte bassa della schiena stia davvero cercando di dirigere i pensieri delle persone verso Dio.
Tre. I tatuaggi sono per lo più indelebili (rimossi solo con tanto dolore e lunghi processi). Numerose aziende e corpi militari non vogliono tatuaggi visibili e può effettivamente impedirti di essere assunto.
Quattro. Che cosa stai comunicando al mondo con il tatuaggio che vuoi fare? I tatuaggi sono messaggi potenti. Data la crescente moda di tatuarsi, ho letto diversi articoli che parlano del “rimpianto del tatuaggio”. Man mano che maturi, potresti, come tante persone, rimpiangere i tuoi tatuaggi perché non credi più in tale messaggio e/o hai cambiato i tuoi valori. In molte culture o contesti il tatuaggio è visto come una forma di ribellione. In tanti casi, un tatuaggio può chiudere porte e interrompere opportunità.
Cinque. I tatuaggi (fatti bene) sono di solito costosi. Dobbiamo essere buoni amministratori delle finanze che Dio ci ha affidato. È anche importante tenere presente che le tecnologie di rimozione sono ancora più costose del costo per farsi un tatuaggio in primo luogo.
Sei. Molti studi scientifici hanno dimostrato che possono esserci reali rischi per la salute con i tatuaggi. La Mayo Clinic avverte: “non prendete i tatuaggi alla leggera”. Possono provocare gravi reazioni allergiche, infezioni, cicatrici antiestetiche e malattie trasmesse dal sangue come l’epatite B e C. Il tatuaggio apre intenzionalmente la pelle ed espone il sangue a batteri sconosciuti. Gli shop di tatuaggi non sono cliniche, anche se perforano la pelle ed espongono il sangue.
PERCHÉ IO HO DECISO DI NON TATUARMI
Voglio porti l’ultima domanda (prometto): Un tatuaggio ostacolerà l’obbedienza alla chiamata di Dio sulla tua vita? Interferirà con il ministero o le relazioni? Intralcerà la tua testimonianza come discepolo di Gesù?
Quando mi sono posto queste domande allora ho deciso di non tatuarmi (anche se non ho mai avuto un grande desiderio).
La chiamata che Dio ha posto sulla mia vita mi porta a viaggiare molto. Mi muovo in diversi contesti, denominazioni e culture intorno al mondo. In alcune il tatuaggio è accettato ma in tante altre no. Pormi un tatuaggio “macchierebbe” (in senso figurativo) la mia testimonianza e il mio ministero.
Quindi preferisco evitare. Preferisco ubbidire alla chiamata di Dio e non chiudere porte e opportunità per qualcosa che considero secondario.
LIBERTÀ
Come spesso accade nei miei articoli, non ho nessuna intenzione di “obbligarti” con le mie parole. Ognuno è libero di fare quello che ritiene buono e opportuno (se sei minorenne dovresti invece ubbidire a tuoi genitori). Spero solo che questo articolo possa farti riflettere e aiutarti a considerare il perché sopra ogni altra questione.
Dio ti benedica,
Antonio Mora