Lo so, qualcuno starà pensando: “Antonio, non riesci a parlare di altro?”
Il tema del risveglio è qualcosa di cui sono estremamente “geloso”. Anelo il genuino movimento dello Spirito Santo più di qualsiasi altra cosa.
Ho studiato 4 anni presso la FIRE School of Ministry che è nata durante il Risveglio di Brownsville, Pensacola (1995-2000).
Il risveglio era uno dei temi principali che abbiamo studiato, analizzato e soprattutto desiderato. Ho avuto la grazia di sedere e ascoltare il Dr. Michael Brown (uno dei maggiori esperti mondiali sul tema) insegnare e spronarci.
Leggendo diversi post sui social vorrei puntualizzare alcuni pericoli che sto notando. Ripeto, il mio approccio è sempre in umiltà. Ognuno vagli alla luce della Parola di Dio le mie opinioni.
1. Molti scrivono: “L’effusione di Asbury è reale perché non ci sono predicatori famosi o band famose”.
Sicuramente è qualcosa che ho notato e fatto notare anche io. Non ci sono nomi di spicco che emergono e i leaders (che ci sono) hanno preferito allontanare ogni riflettore da loro stessi.
Questo è sicuramente qualcosa di meraviglioso specialmente in una cultura impregnata dalla “celebrity culture” (cultura delle celebrità). Questo ci insegna che Dio non ha bisogno di uomini considerati dagli uomini “speciali” per muoversi.
L’errore però che possiamo fare è rigettare ogni tipo di leadership oppure pensare che Dio si possa muovere solo così.
Nei risvegli passati ci sono sempre stati uomini e donne di spicco. Ricordo alcuni nomi: Jonathan Edwards, Charley Finney, Maria Buelah Woodworth-Etter, William Seymour, Duncan Campbell, S. Hill ecc.
L’errore è far nascere una sorta di ribellione nel cuore che crede che la chiesa non abbia bisogno di leaders o di guide spirituali. Assolutamente sbagliato!
Asbury, che è un’università Cristiana, ha un direttore, professori, pastori, usceri, segretari ecc. Quest’ultimi stanno gestendo grandi ed importanti decisioni come quella di interrompere le riunioni da domani per l’enorme flusso di persone che è diventato ingestibile per la piccola città di Wilmore, Kentucky. Spostare quindi le riunioni in un luogo diverso dall’università per permettere agli studenti di continuare la loro attività formativa.
Abbiamo bisogno di leaders (servi). Rigettare questo è pura follia.
2. Molti scrivono: “L’effusione di Asbury è reale perché non c’è uno schermo con le parole e le luci sceniche”.
Sicuramente è qualcosa che ho notato e fatto notare anche io. È tutto molto semplice ed organico. Pochi e semplici programmi.
L’errore che possiamo fare però è pensare che il movimento dello Spirito Santo si possa ridurre a questione estetiche o gusto personale.
Asbury ha un grande organo, sedie di legno, alto soffitto, una croce in legno ecc. Facciamo lo stesso anche noi? Sarà questo a determinare la presenza di Dio nel nostro mezzo?
Questo discorso può sembrare ridicolo ma se riduciamo la presenza di Dio ad uno stile o preferenza umana diventa pericoloso.
Io servo in una chiesa più classica (intendo il locale, la chiesa siamo noi). Nel corso degli anni ho visitato diversi locali più contemporanei dove la presenza di Dio era altrettanto meravigliosa.
Certe cose possono essere utili o no (dipende dai casi e dal contesto). Credo che il problema nasce quando crediamo che determinate cose siano decisive per l’avanzamento del regno di Dio. Quando mettiamo più enfasi sulle luci o non luci sceniche che sulla presenza di Dio. Quando siamo più attenti alla forma che alla sostanza.
3. Asbury è la prima effusione dello Spirito Santo (a larga scala) nell’era dei social network
Stiamo assistendo al primo “revival” (se così vogliamo chiamarlo) condiviso anche sui social. La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi giorni. Dozzine di video e report. Ognuno ha sentito la necessità di esprimere la propria opinione (nel bene e nel male).
Sicuramente in questo c’è ricchezza. Poter leggere dell’esperienza di persone che sono state sul posto.
L’errore è il contrasto brusco che a volte leggo nei commenti. Persone che litigano e si sentono mega-esperti di risveglio. Persone che usano Asbury per attaccare la propria chiesa, la chiesa italiana, le altre chiese ecc.
Il pericolo maggiore che stiamo affrontando non è tanto se Asbury è un vero risveglio o no ma la risposta di coloro che visitano o guardano online.
Le nostre reazioni sono importanti quanto quello che sta accadendo. Quello che faremo a riguardo è importante quanto quello che stiamo vedendo.
Dio ci benedica,
Antonio Morra