Il mondo sta affrontando una grande pandemia. La COVID-19 è potenzialmente ovunque. La società e le istituzioni sono corse alla quarantena per proteggere le persone dalla diffusione del coronavirus. La maggior parte delle chiese ha deciso di fare lo stesso. La maggior parte dell’opera ministeriale si è spostata online. 

Molti hanno commentato la risposta della chiesa a questa crisi da diverse angolazioni ma credo che la storia possa aiutarci a capire che cosa hanno fatto i nostri precessori in condizioni peggiori della nostra. La storia è una grande maestra di vita. 

Tutti abbiamo letto la devastante pandemia chiamata “influenza spagnola” che ha colpito il mondo nel 1918. Dal 1918 al 1919, circa 500 milioni di persone in tutto il mondo hanno contratto quello che oggi conosciamo come virus H1N1, e di conseguenza 50 milioni sono morte. Sapendo che questa pandemia si è verificata nei primi giorni della storia pentecostale (riferendomi non ad Atti degli apostoli capitolo due ma a quello che è accaduto ad Azusa Street dal 1906), ho deciso di ricercare online come i credenti hanno risposto. Quello che sono riuscito a trovare si riferisce principalmente all’opera delle Assemblee di Dio negli Stati Uniti (AG).

FOTO AG 1 – (Christian Evangel 19 Ottobre, 1918, p. 4.)

A partire dal 1918, l’influenza spagnola riempe le pagine del “The Christian Evangel”, una sorta di bollettino discografico delle AG. A Springfield, nel Missouri, dove l’AG si era recentemente trasferita, si verificò una grande diffusione dell’influenza. Il documento riportava che tutte le chiese delle AG erano chiuse.

FOTO AG 2 – (Christian Evangel 19 Ottobre, 1918, p. 4.)

Tutte le Chiese e i ministri hanno ottemperato ai decreti del dipartimento sanitario: chiudere i locali di culto e mettere in quarantena chi era malato. I ministri hanno riconosciuto il bisogno di proteggere la salute dei fedeli nella loro città.

Nonostante la quarantena e la lontananza tra i fratelli, la chiesa non si stancava di pregare per i malati. Sono riportate anche svariate guarigioni e miracoli. Tanti sono stati i morti nel mondo pentecostale ma anche molteplici risanamenti.

In particolare, il “Christian Evangel” riporta la storia della moglie di E.N. Bell. 

FOTO AG 3- Mrs. E. N. Bell, “The Lord That Healeth,”
Christian Evangel 22 Marzo , 1919), p. 6.

Il Signore ha guarito si intitolava il trafilo che raccontava questa straordinario miracolo. 

Ci sono anche racconti di quello che avveniva fuori dagli Stati Uniti. In India, per esempio, le persone morivano anche nel giro di tre giorni.

Purtroppo, anche molti missionari sono morti per la pandemia. Una in particolare, Nellie Andrews Norton, è morta mentre svolgeva il suo servizio per le persone infette dal virus H1N1. L’omaggio a Norton pubblicato su The Christian Evangel conferma: “Quando l’influenza è arrivata in mezzo a noi il mese scorso, non si è risparmiata, ma ha lavorato giorno e notte occupandosi dei malati fino a quando non è venuta a conoscenza della sua malattia. La morte è adesso la sua ‘promozione’ dopo il sacrificio qui sulla terra”.

AG 4 – Christian Evangel, 8 Febbraio, 1918, p. 8.

Che cosa possiamo imparare dalla storia?

1. I primi pentecostali subirono una delle peggiori pandemie conosciute fino ad oggi. Sebbene credessero nella guarigione divina, non sostenevano che la loro fede in Dio li avrebbe completamente protetti dalla malattia. Molti hanno preso l’influenza; alcuni sono morti. Tuttavia, i primi pentecostali continuarono a proclamare che in Dio c’era guarigione e molti furono preservati dall’influenza e/o guariti. In entrambi i casi, hanno testimoniato che la loro fede in Dio e la preghiera era l’arma vincente per superare la crisi.

2. Tutte le attività ecclesiali furono interrotte (non avevamo la tecnologia che abbiamo oggi per fare dirette, videochiamate ecc.). I locali di culto e le missioni furono chiuse. I nostri predecessori erano disposti a rimanere a casa e pregare conoscendo la potenza della preghiera.

Non so per quanto tempo rimarranno chiuse le nostre chiese a causa del coronavirus ma sono certo che, con Dio, vinceremo anche questa battaglia. Le nostre comunità potranno subire tragiche perdite ma riceveremo anche notizie di potenti guarigioni.

Dobbiamo pregare e incoraggiare gli uni per gli altri. Dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri, soprattutto i più deboli e gli anziani.

FORZA Chiesa e FORZA Italia.

Dio ci benedica.
Antono Morra

Articolo tratto e tradotto Daniel D. Isgrigg