Gesù stesso ha detto: “Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà reggere.” (Matteo 12:25)
Lo stesso vale per la Chiesa: se siamo divisi contro noi stessi, saremo rovinati e non resisteremo. E se noi, il popolo di Dio, non resistiamo, nemmeno la nostra nazione. Ma come possiamo unirci quando ci sono divisioni e differenze così profonde tra noi?
L’unità non serve se non è basata sulla verità. L’unità non è reale se è fondata su compromessi etici e dottrinali. L’unità non reggerà se è solo superficiale o studiata a tavolino. L’unità vera è quella dello Spirito.
Come possiamo, quindi, riunirci come uno in un modo vero e significativo quando siamo così distanti su così tante questioni?
Non sto parlando di unirci a chi nega l’autorità della Scrittura e non crede nemmeno che Gesù sia risorto dai morti. Non fanno parte della vera Chiesa di Dio.
Sto parlando di veri credenti. Persone che si impegnano seriamente ad amare e servire il Signore. Persone che riconoscono la Bibbia come assoluta Parola di Dio.
Come possiamo unirci come corpo di Cristo quando non riusciamo nemmeno ad andare d’accordo?
Parlando per esperienza personale, quando prendo delle posizioni ferme per questioni come il matrimonio, la famiglia e la vita, alcuni credenti mi vedono come un massimalista di destra.
Quando affronto questioni come il razzismo, la cura dei poveri, l’accoglienza allo straniero, alcuni credenti mi chiamano progressista, di sinistra o teologicamente troppo moderno.
Per non parlare del periodo “green pass” o recenti elezioni. Incredibile la ferocia con cui credenti prendevano diverse posizioni online e attaccavano gli altri.
Tristemente il diavolo trae molto vantaggio da tutto questo. Più ci attacchiamo l’un l’altro, meno presteremo attenzione a lui. Riusciamo a fare di meglio?
Il divario generazionale anche è molto elevato. Le nuove generazioni non si sentono capite e le vecchie generazioni cercano di salvaguardare alcuni valori e tradizioni per loro fondamentali.
Si è arrivato al punto che molto spesso questioni marginali diventano invece fondamentali. Questioni secondarie ci dividono più che mai.
In questi ultimi anni ho visitato centinaia di chiese diverse appartenenti a denominazioni diverse. C’è tanta ricchezza nella diversità se impariamo a mettere da parte alcune formalità e modi di fare a cui siamo così legati.
L’obiettivo è di vedere il popolo di Dio unito attorno a Lui piuttosto che dividersi su questioni politiche, sociali o tradizionali. Ecco alcuni principi da mettere in pratica. Il destino della nazione, per non parlare della reputazione di Gesù nella terra, dipende anche da questo.
Primo, riconosciamo che l’unità è molto importante per il Signore.
Prendiamoci qualche minuto per rileggere Giovanni 17, ricordando che questa è la preghiera più lunga di Gesù nella Scrittura, contenente anche alcune delle ultime parole che pronunciò prima del Sua crocifissione. L’unità conta profondamente per il Signore. Dovrebbe essere importante per noi.
In secondo luogo, impariamo ad apprezzare la diversità del Corpo.
Rileggiamo Romani 12 e 1 Corinzi 12. La mano è tanto necessaria quanto il piede. L’occhio è tanto necessario quanto l’orecchio. Ciò significa che ho bisogno di te e tu hai bisogno di me. Questa è la verità del Vangelo.
Terzo, troviamo un terreno comune in Gesù.
Condividiamo le nostre testimonianze gli uni con gli altri. Parliamo della nostra relazione con il Signore e di cosa Egli significa per noi. Condividiamo alcuni passi scritturali o verità spirituali. Scopriamo la nostra “parentela” in Cristo prima di esplorare le differenze.
Quarto, sforziamo di capire il punto di vista degli altri.
Invece di vivere di “voci da corridoio” o semplicemente dibattendo sulle nostre posizioni, facciamo uno sforzo genuino per capire la formazione spirituale degli altri, la loro storia e percorso. Perché voti diversamente da me? Perché dai la priorità a determinati problemi invece di altri? Perché gestisci la chiesa in determinati modi diverse dai miei? Potresti non cambiare idea, ma almeno otterrai intuizione e, forse, anche un po’ di empatia.
In quinto luogo, rifiuta di fare la caricatura di coloro con cui sei in disaccordo.
Otterremo molti “Mi piace”, click e amen per la nostra retorica insultante. Ma tutto ciò significa che le persone carnali stanno applaudendo la nostra carnalità. Chiunque può etichettare gli altri. Chiunque può deridere e fare la caricatura. Ma ci vuole pazienza, grazia e umiltà per parlare sinceramente dei compagni di fede con cui differiamo.
Sesto, non cancellare altri credenti.
Non dobbiamo amputare le parti del Corpo che non ci piacciono. Siamo così veloci a eliminare coloro che contestano le nostre posizioni, a respingerli come se fossero spazzatura da buttare, a respingerli come se non avessero alcun valore. Questo è l’opposto del comandamento Biblico di amarci gli uni e gli altri come Gesù ci ha amati. Atteggiamenti sprezzanti e denigratori non piacciono al Signore.
Settimo, pregate gli uni per gli altri.
Non solo gli altri trarranno beneficio dalle nostre preghiere per loro, ma noi stessi saremo cambiati. Infatti, più pregheremo per coloro con cui siamo diversi, più ci preoccuperemo del loro benessere, più proveremo amore per loro, più avremo il cuore di Dio. Mettere in pratica questo principio sarebbe assolutamente trasformativo.
Quindi, ecco una sfida dal cielo, basata sulla Parola di Dio. Una sfida per tutti ribadendo che non si tratta di compromettere la parola di Dio e nemmeno le nostre convinzioni spirituali ma forse qualche tradizione o veduta marginale.
La mia è un’esortazione a fare meglio. Sicuramente possiamo. Sicuramente dobbiamo.
C’è molto altro da dire. Ma questo è un inizio.
Dio ci benedica,
Antonio Morra