Viviamo in un momento dove una buona parte della chiesa occidentale si è accomodata impaurita davanti a quello che sta accadendo nel mondo.
Statistiche parlano che dalla prima ondata di COVID-19 ad oggi, il 30% dei credenti non è più tornato nei locali di culto. Una statistica che ha toccato gran parte dell’Europa e degli USA.
Le cause sono svariate e non esiste una semplice risposta per tutti i casi. Sicuramente alcuni hanno subito la grande paura della morte e della malattia, altri, vivendo un Cristianesimo tiepido, si sono raffreddati completamente, altri ancora hanno preferito vivere una realtà di chiesa solo online (a tal proposito ti consiglio di leggere questo articolo). Tante potrebbero essere le risposte e, sicuramente, in ogni circostanza ci sono varie sfumature diverse.
In questi ultimi mesi ho parlato con vari pastori amici di diverse denominazioni e una buona parte mi parlava di una passività sempre più marcata e un’emergente senso di consumismo da parte del credente. La chiesa diventa sempre più qualcosa che io ”consumo” e non un luogo dove apprendo, dono e sono trasformato.
Cresce sempre di più quella che io chiamo: “la migrazione evangelica”. Dozzine di persone che cambiano chiesa (famiglia) per le ragioni più futili, spesso legate a preferenze di stile e programmi. Non è il momento di approfondire il fenomeno, spero di fare in un prossimo articolo, ma è sicuramente degno di nota quando parliamo di ”consumismo religioso”.
Tutto questo non ci spaventa sicuramente, la Bibbia è chiara nel dire che l’amore di molti si raffredderà. Molti è molti… la domanda è: ci sono anche io tra questi?
Vorrei per alcuni minuti contrastare invece il senso di appartenenza a Cristo e alla chiesa di coloro che invece vivono una ”fede pericolosa”. Una lezione importante per tutti noi che, probabilmente, per la prima volta nella storia stiamo affrontando momenti di forte crisi.
LA STORIA DELLA FAMIGLIA WURMBRAND
Richard e Sabina Wurmbrand erano ebrei cristiani rumeni che furono imprigionati, maltrattati e (soprattutto Richard) brutalmente torturati per la loro fede incrollabile.
Non si sono svegliati un giorno e hanno detto: “facciamo qualcosa di radicale per Gesù”. Invece, anno dopo anno, decisero di obbedire al Signore, a prescindere dal costo o dalle conseguenze. Poi, quando arrivò la grande crisi, furono pronti a obbedire ancora una volta.
Quando i nazisti occuparono la Romania, Richard rischiò la vita predicando il Vangelo, venendo arrestato e picchiato per la sua fede. Poi, nel 1944, i nazisti furono sfollati dai russi, che iniziarono a stabilire il loro regime comunista in Romania, con un milione di soldati che occupavano il paese. In quel momento è arrivata la più grande prova.
IN DIRETTA NAZIONALE
Richard e Sabina stavano partecipando al “Congresso dei Culti” sponsorizzato dal governo insieme ad altri leader religiosi nazionali e l’evento veniva trasmesso dalla radio nazionale in diretta. Mentre un leader religioso dopo l’altro ha elogiato pubblicamente il governo comunista – sto parlando di leader cristiani che lodano un regime ateo, in nome del cristianesimo – i Wurmbrand non riuscivano a stare in silenzio.
Sabina disse al marito, ormai ben conosciuto in Romania: “Richard, alzati e lava questa vergogna dal volto di Cristo! Gli stanno sputando in faccia”.
Richard rispose: “Se lo faccio, perderai tuo marito”.
Sabina rispose: “Non voglio avere un codardo come marito”.
Quindi Richard si è fatto strada verso il podio e si è preparato a pronunciare le sue osservazioni (e vi ricordo: era in onda in diretta sulla radio nazionale). Come riportato dall’Istituto di Storia Cristiana:
“Quando Wurmbrand si è fatto avanti per parlare al congresso, c’è stato un silenzio poiché tutti prevedevano il suo appoggio al nuovo governo. Nell’inebriante silenzio Wurmbrand disse ai 4.000 delegati che il loro dovere di cristiani era di glorificare Dio e Cristo solo. Fu spinto giù dal podio e da quel momento divenne un uomo ‘marchiato’. Mentre continuava il suo ministero, il governo lo osservava”.
LA PRIGIONIA E LA SCOMPARSA
Tre anni dopo, “La mattina del 29 febbraio 1948, mentre Wurmbrand si recava in chiesa per prepararsi al culto mattutino, un furgone della polizia segreta si fermò accanto a lui. Due uomini lo hanno spinto nel furgone, che si è allontanato rapidamente. Gettato in prigione Wurmbrand cessò di esistere come se fosse scomparso dalla faccia della terra. Il suo nome era registrato come Vasile Georgescu e gli era proibito pronunciare il suo vero nome, anche quando parlava con le guardie. Quando gli ambasciatori stranieri o i membri della famiglia hanno chiesto informazioni su di lui, “Wurmbrand” non appariva in nessun elenco carcerario.
Ma quella non era la fine della storia.
“Richard Wurmbrand ha subito due pene detentive per un totale di 14 anni. Sabina ha continuato il suo lavoro nella chiesa clandestina, ma è stata anche incarcerata per tre anni nei terribili campi di lavoro in Romania. Wurmbrand si ammalò così tanto in prigione che fu messo in quella che chiamavano la “stanza della morte”, dove le guardie mandavano i prigionieri in fin di vita. Wurmbrand è sopravvissuto per più di due anni prima di essere rilasciato dalla stanza della morte. Durante quel periodo ha ministrato a molte persone prima della loro morte.
LA LIBERTÀ
Nel 1965, alcuni amici riscattano l’ormai liberata famiglia Wurmbrand dalla Romania.
Il famoso libro “torturato per Cristo” racconta la storia della famiglia Wurmbrand. Un libro tradotto in tantissime lingue e distribuito anche gratuitamente in molte nazioni.
Wurmbrand ha anche fondato “Voce dei Martiri”, un ministero che per decenni ha portato consapevolezza della chiesa perseguitata ai credenti di tutto il mondo. E così, ciò che doveva distruggere la chiesa l’ha resa più forte.
LA PERSECUZIONE È UTILE?
Come ha scritto Wurmbrand nel libro torturato per Cristo, “La persecuzione ha sempre prodotto un cristiano migliore, un cristiano testimone, un cristiano che conquista le anime. La persecuzione comunista si è ritorta contro e ha prodotto cristiani seri e devoti come raramente si vedono nelle nazioni libere”.
Per questi credenti perseguitati, seguire Gesù non era una questione di convenienza. Non era semplicemente la scelta di una vita migliore e più prospera/comoda. Piuttosto, come Richard ha predicato: “Un uomo che visita un barbiere per farsi la barba, o che ordina un abito da un sarto, non è un apprendista, ma un cliente. Quindi colui che viene dal Salvatore solo per essere salvato è il cliente del Salvatore, non il Suo apprendista/discepolo. Un discepolo è colui che dice a Cristo: ‘Voglio fare quello che Tu hai fatto!’ (Dal suo libro In God’s Underground.)
Siamo chiamati ad essere apprendisti e discepoli, non clienti, non consumatori, non cercatori casuali di comodità carnali.
Certamente non cerchiamo persecuzione o crisi, ma gli eventi che sono intorno a noi stanno iniziando a sfoltire coloro che non sono veri discepoli. Sarà sempre più chiara la differenza tra chi serve Dio e chi non lo serve. Se pensiamo che Dio giudicherà il mondo eventualmente, ricordiamo che il giudizio inizia sempre prima dalla casa di Dio.
Io, per la Sua grazia, voglio essere un apprendista di Gesù, un suo discepolo… e tu?
Dio ci benedica
Antonio Morra
Se vuoi sapere di più sulla chiesa perseguitata e le storie dei nostri fratelli e sorelle, visita il sito di Porte Aperte.
Ispirato da un articolo di AskDrBrown