Mi dispiace ma devo dirlo! 🙏

L’intento di questo articolo non è creare polemica (anche se forse sarà inevitabile per alcuni) ma correggere, per quello che è possibile, degli atteggiamenti che credo non siano idonei per coloro che vogliono servire Dio anche attraverso la rete 📱 internet.

Chi mi conosce sa bene che io lavoro molto sui social network ed internet in generale per condividere il messaggio del Vangelo, analizzare la cultura odierna, parlare con i ragazzi e i genitori.

Non sono per niente contrario all’uso intelligente della rete come piattaforma per diffondere il messaggio Cristiano.

Detto questo credo che dei limiti vadano ridiscussi. Questa breve riflessione non sarà esaustiva ma spero possa “scatenare” delle profonde riflessioni personali. 🤔

Vedo, in primis, due grandi problematiche (al momento parliamo di queste, poi vediamo altro nel futuro):

1. Una fissazione per i numeri

Sembra quasi che sia il numero a definire l’efficacia di una chiesa, un predicatore, un ministro ecc. Tutti a specificare quanti eravamo nel locale di culto, conferenza o evento.

Usiamo un metro di misura che non rispecchia il proposito di Dio.

Molte volte i numeri vengono gonfiati per sembrare più attivi e impattanti agli occhi degli altri.

Certamente ci sono occasioni dove essere specifici è utile, immagino un’associazione umanitaria che deve render conto dei doni ricevuti ed i progetti portati avanti, ma molto spesso leggo nei cuori una vera e propria fissazione per i numeri, le visualizzazioni e l’impatto sulla rete.

Amici, noi non siamo influencer… siamo servi di Dio.

Attenti (e lo dico prima a me stesso) a misurare e vagliare bene le nostre motivazioni. Il perché e molto più importante del cosa, del quando e del quanto. Se il servizio diventa più importante di Chi serviamo… siamo nei guai.

2. Ci sono momenti che non vanno messi online

Questa cosa mi rattrista molto! 😔

È incoerente (perdonate il termine) vedere riprese video 📹 fatte mentre persone sono all’altare ravvedendosi, piangendo, riconciliandosi con Dio.

Posso capire se è la squadra media che sta facendo la diretta oppure qualcuno che sta riprendendo e noi non siamo consapevoli, ma cosa diversa e prendere un cellulare e cominciare a riprendere mentre le persone hanno risposto alla chiamata di Dio.

Riprese “zoomate” in faccia senza nessun rispetto per quel momento santo dove lo Spirito si muove nel cuore delle persone.

Che cosa stiamo cercando di dimostrare? Lo dico con molta sobrietà.

Credo che alcune cose debbano rimanere private. Consiglierei, in generale, a coloro che fanno le riprese per le dirette di tenere l’angolatura sempre molto ampia durante quei momenti (se proprio dobbiamo continuare a filmare). Vogliamo permettere allo Spirito Santo di muoversi e non tutto deve essere sempre filmano nello specifico.

Capisco anche che alcuni lo fanno per incoraggiare altri a vedere quello che Dio sta facendo e compiendo nel mezzo del suo popolo. Lo posso capire ma fino ad un certo punto e con limitazioni.

Il caro compianto Leonard Ravenhill disse una volta: “Un incendio non ha bisogno di pubblicità, tutti lo possono vedere”.

To be continued!

Dio ci benedica
Antonio Morra